Storie e Leggende di Capoliveri.

La leggenda dell'Innamorata
La Leggenda Di Malopescio e le Streghe di Barabarca
La Leggenda di Calamita
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La Leggenda di Malopescio e le Streghe di Barabarca.

La   sera   del   17   novembre    di   un   anno    a  noi   sconosciuto,  Malopescio
(
pescatore Capoliverese)  si recò in spiaggia    (chiamata successivamente Barabarca), deciso a smascherare le streghe. Si nascose sotto la prua di un gozzo a riva e, con il cuore saldo, attese. Allo scoccare della mezzanotte, ecco che sentì passi lenti avvicinarsi, seguiti dal sussurro di voci di donna. Scoprì così di essere in presenza di sei figure femminili. Malopescio, che prima rideva delle superstizioni, si ritrovò improvvisamente terrorizzato.
Le donne salirono sulla barca, borbottando parole arcane e incomprensibili.
Una delle megere disse:

"Se Il gozzo non si muove vuol dire  che  siamo  più  di  sei... una di noi dev'essere rimasta incinta  nell'ultimo Sabba.
"VARA PER SETTE!" Disse allora la strega convinta di essere incinta.
E LA BARCA PARTÍ 
mentre l’aria si  riempiva di un odore acre di zolfo.
 
L'imbarcazione cominciò a muoversi da sola, guidata da una forza oscura, e in un baleno sorpassò Focardo, Calamita e Montecristo, anche Sardegna e Corsica svanirono presto nell’oscurità.
Malopescio fu trasportato lontano fino ad arenarsi su una lunghissima spiaggia misteriosa, che non poteva riconoscere.

Le  streghe  scesero  a  terra  e silenziosamente  svanirono  dietro  un’oasi  di  palme.
Malopescio restò solo,  più tremante che mai,  a pensare  all’incubo che  stava  vivendo.  Si mosse, scese dalla barca e raccolse un ramo zeppo di datteri, deciso a portarlo con sé e a posarlo sull’altare di San Gaetano come pegno della sua avventura.

Al ritorno delle megere, il povero malcapitato riuscì a strappare anche un lembo di veste a una delle donne: anch’esso doveva essere un’ ulteriore prova dell’accaduto.

La barca, sospinta da forze sconosciute, riportò Malopescio alla spiaggia di Barabarca.   

Il giorno seguente, il povero ragazzo vagava per il  paese   come   assorto   in   un   sogno,  con  lo sguardo  assente  e  la  mente  lontana.  Entrò in chiesa  in  tempo   per  la messa  senza  dire  una parola, e pose al sacerdote il ramo di datteri e il lembo  di  stoffa.  Solo  pochi  amici  capirono  il significato di quel gesto.

Malopescio non era più lo stesso.

Quella sera si ritirò in casa,  rifiutando anche il conforto del   dottore.  Il giorno successivo,  non vedendolo come al solito, i pescatori andarono a cercarlo a casa sua ma lo trovarono morto, con i capelli bianchi e lo sguardo di un anziano centenario.   Nella stanza aleggiava ancora un odore di zolfo, segno, forse, che le streghe l’avevano reclamato.

Visitare Capoliveri significa immergersi in un luogo in cui le streghe e le ombre del passato paiono ancora presenti.

La leggenda delle streghe di Capoliveri vive ancora.                                                              

Da allora,  nei chiassi (vicoli) di Capoliveri,  ancora  si sussurra  della  sorte di  Malopescio,    del  suo  folle  coraggio  e  del  suo  incontro  con  le  streghe.

La leggenda di Malopescio  è uno dei racconti più  cupi e inquietanti dell’Isola d’Elba  ci insegna che non è saggio sfidare ciò che non si conosce.

Fino alla metà del secolo scorso, quando il vento sibilava fra i rami e la notte calava losca sul mare, c’era ancora qualcuno che si affrettava a rientrare a casa e a farsi il segno della croce, nella speranza di non incrociare mai le ombre delle megere che portarono via il povero Malopescio.