Curiosità su Capoliveri

Personaggi che hanno contribuito alla storia di Capoliveri

   
   
   

BARTOLOMEO SESTINI

Bartolommeo Sestini (1889–1963) era un medico, farmacista e poeta nato a Fauglia e morto a Capoliveri, in cui visse e lavorò anche come poeta.

Bartolommeo Sestini è conosciuto per essere stato un medico e farmacista, ma è soprattutto ricordato come poeta.
La sua opera è profondamente legata Capoliveri e all'Elba, dove ha trovato ispirazione nei paesaggi e nella gente locale.

Sestini arrivò a Capoliveri appena laureato, nell'ottobre del 1914, per dirigere la locale farmacia, allora situata al piano terra dell'edificio ove è collocata la lapide di un'altra “gloria” nostrana, l'anarchico Pietro Gori. Andò via da Capoliveri nel 1920, dopo aver contratto matrimonio con la capoliverese Giuseppina Fava, per trasferirsi prima a Milano, poi a Firenze.

Nel 1947 Sestini ritornò a Capoliveri, dove rimase fino alla morte, nel 1963.
 

Sulla sua lapide : E come ho io perso, tanto tempo Signore, per vivere?










Lapide posta sul muro della sua abitazione a Capoliveri.
 
   
Poesie tratte dal libro “Schitarrata all’Elba”  di Bartolomeo Sestini.  
Capoliveri

E’ il piccolo oscuro villaggio
che appare vestito d’azzurro
come le antiche immagini
nei freschi bizantini.
Vengono spesso le nuvole
al modo dei branchi d’uccelli
migratori: giuocano in lato,
poi si fondono lontano
in colori di madreperla.
Ovunque trovi qualcosa
di tuo che sa di ignoto
ma fu negli evi e ancora
si ascolta dal profondo,
ma è come un respiro
sopito di quella che fù libertà,
vano anelito nei cuori
schiavi ormai della Pubblica Cosa:
e qui nella fiamma del sole
s’esalta soltanto e s’innova
la purità della forza.

Lacona

Lacona, tra due ali di mare,
in sè custodisce il prisco
clima dell’isola sognabonda:
mite sogno di placidi
coloni che gettano all’onda
le loro reti e nei solchi
grano: ma ovunque
custodisce con la vigna tra fosso
e muretto, tra rupe e torrente.
Una villa tra gli eucalipti
– oasi di pace ottocentesca –
coltiva, come in un mito,
memorie di nobili menti:
nomi vivissimi ancora
nel cuore di tutti gli Elbani.
Forse è nella patriarcale
chioma del pino che aduna
le Muse dai silenzi
marini e montani, nel pino
di secoli colmo e d’incanto,




vigile come un Erma incontro all’ombra rupestre di Capo Stella, forse è in quella grande chioma immobile e solitaria racchiuso il fiore della beatitudine che pochi eletti già dei nuovi nidi di delizia godono sopra dolci scogliere, o incontro all’oro delle sabbie che guarda un po’ in disparte dal suo alto trono la tua chiesetta, Madonna della Neve.