Capoliveri
E’ il piccolo oscuro villaggio
che appare vestito d’azzurro
come le antiche immagini
nei freschi bizantini.
Vengono spesso le nuvole
al modo dei branchi d’uccelli
migratori: giuocano in lato,
poi si fondono lontano
in colori di madreperla.
Ovunque trovi qualcosa
di tuo che sa di ignoto
ma fu negli evi e ancora
si ascolta dal profondo,
ma è come un respiro
sopito di quella che fù libertà,
vano anelito nei cuori
schiavi ormai della Pubblica Cosa:
e qui nella fiamma del sole
s’esalta soltanto e s’innova
la purità della forza.
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Lacona
Lacona, tra due ali di mare,
in sè custodisce il prisco
clima dell’isola sognabonda:
mite sogno di placidi
coloni che gettano all’onda
le loro reti e nei solchi
grano: ma ovunque
custodisce con la vigna tra fosso
e muretto, tra rupe e torrente.
Una villa tra gli eucalipti
– oasi di pace ottocentesca –
coltiva, come in un mito,
memorie di nobili menti:
nomi vivissimi ancora
nel cuore di tutti gli Elbani.
Forse è nella patriarcale
chioma del pino che aduna
le Muse dai silenzi
marini e montani, nel pino
di secoli colmo e d’incanto, |
vigile come un Erma
incontro all’ombra rupestre
di Capo Stella, forse
è in quella grande chioma
immobile e solitaria
racchiuso il fiore
della beatitudine
che pochi eletti già
dei nuovi nidi di delizia
godono sopra dolci
scogliere, o incontro all’oro
delle sabbie che guarda
un po’ in disparte dal suo alto
trono la tua chiesetta,
Madonna della Neve.
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