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Capoliveri
vanta un’affascinante storia di grande indipendenza.
L’etimologia
del suo nome risale al latino “Caput Liberum” ovvero la cima dei liberi:
arroccato su un piccolo monte fu infatti abitato da schiavi romani
confinati che qui trovavano la loro libertà.
Capoliveri nasce come fortezza
d’altura in epoca etrusco-romana, in posizione strategica da dove
era possibile controllare i due mari di meridione e di ponente e, in
alcuni punti più elevati, vedere anche il mare di settentrione e la
stessa Portoferraio, l’antica Fabricia romana.
È uno dei luoghi più antichi dell’isola e ha conosciuto l’accertata
presenza etrusca, dovuta alla grande importanza economica delle
miniere del ferro e del relativo commercio che abilmente gestirono
ben oltre i confini della loro Confederazione. È anche ipotizzabile
un’origine più antica sia come villaggio di genti liguri-italiche
sia come insediamento
di una popolazione arrivata dal mare alla ricerca del minerale di
rame,
di cui l’area del Vallone è esempio di grande ricchezza. Nel Medioevo
è sede del Capitano e del Podestà della Repubblica di Pisa e per
oltre
tre secoli capitale dell’Elba, con la significativa denominazione di
Capitis Ilvae,
da cui il successivo toponimo di Capoliveri.
Dal Corriere Elbano 1907 Festeggiamenti per L'avvenuta separazione.
Si Leggeva:
«Capoliveri assurge oggi alla vecchia gloria municipale, il
fiero paese elbano, insofferente alle prepotenze e ai
prepotenti saprà crearsi una rappresentanza degna di lui e
delle sorti cui è chiamato dalla sua floridezza agricola,
dalle incommensurabili ricchezze, chiuse nelle viscere del
suo territorio, con l'estrazione del ferro che costituisce
l'attività tradizionale dei suoi abitanti. » |
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