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Forte Focardo
l’unica struttura a carattere difensivo del comune di Capoliveri è a
pianta quadrata bastionata, protetta dal lato di terra da un fossato. Il
bastione sud è stato ricostruito dopo che un bombardamento nella seconda
guerra mondiale ne aveva distrutto le forme originarie: purtroppo il
risultato non è molto armonico con le antiche mura. Il forte disponeva
di quindici bocche da fuoco e poteva ospitare fino a cinquanta soldati.
Al suo interno si trovavano le caserme dei soldati, i magazzini, la sala
della disciplina e alcuni sotterranei. La fortezza è stata voluta dagli
spagnoli nel 1678. La sua costruzione fu ritenuta necessaria in appoggio
al caposaldo di Longone. Infatti il forte maggiore, costruito nel 1603, fu espugnato dai francesi nel 1646 dopo un assedio. Prontamente riconquistato quattro anni più tardi, gli spagnoli pensarono a un sistema che impedisse ai nemici di forzare l’entrata nel golfo di Mola e di trovare riparo nelle piccole baie intorno a Longone.
Fu così costruito il Focardo sulla punta che chiudeva a sud la rada, con lo scopo di creare un fuoco di sbarramento all’imbocco della stessa. La nuova opera, di non grandi dimensioni, fu affidata al maggiore Alejandro Piston e terminata in appena due anni. Voluta dal viceré di Napoli Foscardo, ne ereditò il nome, che ben presto si trasformò in quello attuale. A ricordo di ciò fu posta una lapide, vicina all’ingresso esterno, ancora oggi visibile, sebbene in cattive condizioni.
Il battesimo del fuoco lo ebbe nel 1708, quando Longone entrò nelle mire dell’esercito imperiale, durante la guerra di successione spagnola. Non solo resistette a un assalto dei soldati austriaci, ma la guarnigione spagnola
ne fece prigionieri molti tra cui il capitano. Il secondo episodio di guerra è del 1799, quando le truppe napoleoniche invasero l’Elba. Longone e Focardo erano in quegli anni sotto il governo di Napoli. Nell’aprile 1814, con la crisi dell’impero di Napoleone, un gruppo di capoliveresi assaltò un forte quasi incustodito, saccheggiandolo.
Nel 1848 fu costruito il faro al suo interno.
Attualmente è proprietà della marina militare e sotto la custodia di un farista.
Per questa ragione l’accesso è precluso.
Il modo migliore per
raggiungerlo è invece tramite il sentiero che parte dall’angolo sud
della spiaggia di Naregno, e passa all’ombra di una bella pineta sulla
scogliera con alcuni scorci su Porto Azzurro. |